Scacco matto al Re bianco by Simone Giusti

Scacco matto al Re bianco by Simone Giusti

autore:Simone Giusti [Giusti, Simone]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Seme Bianco
pubblicato: 2020-04-25T00:00:00+00:00


Alleati

«Conoscevi quell’uomo?», Martinez sbatté il pugno sul tavolo. Il tonfo rimbombò nella stanza degli interrogatori.

«Ma quante volte ve lo devo dire. No! E spero di non incontrarlo mai più», piagnucolò la ragazza dai capelli rosa e blu. Si rannicchiò sulla sedia, infagottata nella felpa scolorita.

«E allora perché t’ha salvato la vita?».

«Forse perché è meno stronzo di voi».

Martinez lanciò furioso le braccia al cielo. Scambiò un’occhiata con Chapman col braccio al collo che sorseggiava caffè e con la poliziotta che era lì solo per regolamento e non partecipava.

«Hai notato qualcosa di strano all’occhio? Ha un occhio di colore diverso? Più chiaro?».

«No».

«E lo sfregio in faccia? È vero?».

«Voglio andare a casa», frignò scontrosa.

Martinez sbatté i pugni sul tavolo e le piantò un dito in faccia, paonazzo ed esagitato.

«Stammi a sentire, ragazzina. Sei l’unica persona ancora viva ad averlo visto in faccia, da vicino. Anche quei tizi dal grilletto facile ti faranno le stesse domande, solo che loro non saranno tanto gentili quanto me. Rispondi e noi ti proteggeremo».

Lei lo guardò di sottecchi con occhi da cerbiatta.

«Lasciami andare a casa. Non ne posso più».

Martinez si afflosciò sfiancato sulla sedia con le braccia penzoloni. Fece cenno alla poliziotta di portar fuori la ragazzina e sorseggiò un caffè.

«È freddo. Fanculo!», lo buttò giù a malincuore.

«Che pista abbiamo?», domandò Chapman.

«Quello è un militare. Dei corpi speciali. Ci scommetto i coglioni».

Martinez estrasse dallo schedario il fascicolo di Slade Warwick e lo aprì sulla scrivania.

«Slade Warwick. Fratello gemello di Anthony Warwick. Segno particolare: occhio destro azzurro. È stato Royal marines, per un anno è stato nelle unità speciali… ed è un mago degli effetti speciali. Ha vinto un Oscar anni fa. Non gli ci vorrebbe granché a camuffarsi così… Solo che lo devo dimostrare».

Ci pensò su.

«Tieni sotto sorveglianza il cellulare della ragazza. Controlla gli spostamenti… e trovami Slade Warwick».

«Mi servirà un mandato».

«E tu fattelo dare!».

Aspettò impaziente che Chapman fosse uscito, scostò la tenda della finestra e guardò fuori. La città di notte: mille di luci e la grande ruota panoramica come un gigantesco neon blu.

«Tanto ho capito chi sei, gran figlio di puttana. L’ho capito».

Il Muto pulì la ferita con disinfettante e garza e spruzzò pelle spray. Controllò il lavoro allo specchio incrinato e spense la lampadina che ciondolava sulla parete marcia e nera.

Si sedette alla consolle telematica e cliccò sulla mappa della città. Calma piatta, nessun segnale dai tracciatori. Si spazientì: Menekath lo aveva fregato.

Scansò il nylon del finestrone e guardò le luci della città. Grattacieli e ruota panoramica in un baluginio sfocato. L’aria frizzante e umida sturava.

Un’idea gli balzò in testa e tornò alla consolle.

Cliccò sulla planimetria del Café de Paris che era già in memoria e trovò la locandina della serata. La ragazza coi capelli rosa e blu si chiamava Kami. Inserì la foto in un programma di riconoscimento facciale. Pochi minuti e sul monitor comparve la vera identità.

Rachel Crow, 5 Elder Avenue, Crouch End, Londra.

«Lily, hai fame?».

La micia si strofinò sul divano e miagolò. Il campanellino al collo tintinnava.

Kami chiuse la porta di casa al 5 di Elder Avenue, nel Crounch End di Londra, e lanciò le chiavi sul mobiletto.



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